QUANDO A SPOTORNO SI COLTIVAVA LA CANAPA PER FARNE LENZUOLA
di Maria Teresa Rossi-Noceto
I miei bisnonni, Main (Maria Geronima Rosa) e Checco,(Francesco Noceto) sono vissuti a Spotorno negli ultimi decenni del 1800 e i primi del 1900, coltivavano la terra in Baxie, affittuari della famiglia Siccardi, (terreni che i Siccardi avevano acquistato dai Marchesi Serra) allora proprietari di vasti appezzamenti di terreno coltivabile, sparsi in tutto il paese.

Hanno avuto cinque figli maschi ed era la classica famiglia patriarcale, dove il capofamiglia gestiva tutto, soprattutto le finanze, ma lasciava alla moglie piccole quantità di uova e prodotti da orto, che lei poteva vendere e con il ricavato comprarsi piccole cose, anche superflue, come un ditale d’oro da cucito. Il ditale d'oro fu donato per grazia ricevuta alla Madonna della S.S. Annunziata da mia nonna, quando il figlio tornò salvo dalla guerra, come era usanza a quel tempo tra le famiglie di Spotorno
La bisnonna Main, come tutte le donne di allora, aveva l’ambizione di avere della bella biancheria, specialmente per il corredo dei figli, quando si sposavano portavano in dote una cestella di nocciolo piena di lenzuola, asciugamani e copriletti, e più il corredo era tanto e bello e più la famiglia acquisiva prestigio.
A quei tempi come tessuto si usava la canapa, un filato meno nobile, ma che comunque aveva un costo, allora si provvedeva a coltivare la pianta, che poi veniva messa a macerare per poterne ricavare i fili per le matasse, ed è questo che fece la bisnonna Main in Baxie. A questo filato aggiungeva piccole matasse di lino e cotone, più nobili, per impreziosire il tessuto, ma poi occorreva tesserlo e allora si incamminava verso il paese di Segno, attraverso il passo del Trevo, dove vi erano le donne tessitrici, che avevano piccoli telai casalinghi e procedevano alla fase finale di questa lunga e laboriosa opera per avere lenzuola e copriletti.
I telai essendo piccoli non potevano tessere tele delle misure di un letto e allora se ne creavano due che poi venivano cuciti in centro, tessendo tre tipi di filati bianchi, ma ognuno con la propria tonalità, formavano un piacevole disegno a righe, infine la bisnonna arricchiva queste lenzuola e copriletti con cifre in rosso ricamate a mano.

Le stanze della famiglia erano molto sobrie, pareti tinte con la calce, un letto in ferro, una cassapanca, un inginocchiatoio e un’’immagine sacra della SS.Annunziata o un crocifisso.
I miei bisnonni avevano il necessario per vivere dignitosamente, verdure, uova, conigli e galline per la carne, e due mucche per il latte, con la parsimonia, tipica della nostra gente, hanno potuto comprare piccoli appezzamenti di terreno e con il senso del bello la bisnonna ha fornito preziosi corredi ai suoi figli.
Maria Teresa Rossi-Noceto
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