A Scia Rometa
di Giuliano Cerutti
La chiamavano “scia Rometa”: era un modo rispettoso di anteporre al nome il vocabolo "scia" (signora) per indicare nel dialetto genovese le persone di un certo riguardo.
La ricordiamo come uno donna alta, magra, con i segni di un carattere mite e buono. La sua figura un po' trasandata, fasciata nelle vesti scure. le conferiva una certa dignità velata di malinconica solitudine.
Di giorno, i gatti furono la sua più lieta compagnia, specie quando gli anni cominciavano a spogliarla dagli interessi, dagli affetti e dagli amici.
 
Di notte, i ragazzi irrispettosi, bussavano per gioco alla sua porta di casa, in Vico Albini, angolo Via Garibaldi.
Tornare con la memoria agli Anni Trenta rievocando personaggi che popolavano il palco scenico spotornese, non vuol dire misurare e il passato con il presente e rimpiangere quel tipo di vita semplice e quieta, ma vuol dire cogliere alcune minuscole schegge di un mondo diverso, molto privato e scoprirne Le storie segrete, legate alle vicissitudini della vita. Ed è proprio la breve storia di questa donna che solo ora ci consente di accostare il suo nome a quello di una barca: il “Romolo"
Quando nel 1870 Spotorno viveva la sua ricca stagione dell' attività cantieristica navale, qualcuno scrisse su un diario familiare questa annotazione:
“Lavoro di carpentiere a cottimo fatto da Angelo e Francesco F.lli Siccardi e due di Voltri, bastimento il Romolo, Lungo metri 42. Lavoro membratura per lire 1864. Committente F.LLI Catenaccio di Sestri Ponente. Scrittura privata"
 
A dirigere all' allestimento del brigantino a palo di 1150 tonn. venne chiamato da Camogli il Cap. Mar. Giuseppe Crovari, di anni 32 figlio di Giobatta e De Aste Cecilia vedovo di Maria Ferrari il quale, tra un ordine e l'altro, trova il tempo di innamorarsi di una bella fanciulla ventenne, Maria Peluffo che era nata a Montevideo .
Due anni dopo, il 30 maggio del 1872 la coppia si sposa, duplice avvenimento importante: il matrimonio ed il varo del Romolo; pare che Cap. Crovari ne prenda subito il comando e porti con sé a bordo la giovane sposa.
E un viaggio di nozze inconsueto, affascinante, forse avventuroso, ma colmo di amore e poesia., tanto che un anno dopo, nel maggio 1873 trabocca nella nascita di una bambina, chiamata Bianca Cecilia Maddalena, dai nomi delle rispettive madri e il terzo Maddalena in onore della madrina di battesimo Maddalena Catenaccio contitolare degli stessi cantieri dove è stato costruito l'imbarcazione “Romolo”.
Due anni dopo nel 1875, nasce il fratello Rinaldo, sono presenti come risulta dall'atto di nascita come testimoni di questo evento, forse fratello e sorella della Maria Peluffo venuti per l'occassione in Italia.
Le scarse cronache marinare dell' epoca fanno sapere che nel 1880 il "Romolo è a Cartagena e che l' 8 dicembre 1882 parte da Liverpool diretto a Valparaiso, carico di un destino avverso.
Il brigantino, giunto a Capo Horn veniva colto da un ciclone, disalberato e affondato: perisce Cap. Crovari e tutto l 'equipaggio
17 marinai italo-cileni.
di loro non si seppe più nulla.
Pare che nel frattempo questa famiglia avesse messo su casa a Montevideo.
Le due donne, sole col vuoto nel cuore, ritornano a Spotorno a ricordare i giorni felici.
Forse è in questo momento che la gente di Spotorno comincia a chiamarla “a scia Rometa” femminilizzando questo nome , anche questa è una supposizione, rispetto a quello dell'imbarcazione che era stata vita e tragedia delle sua esistenza.
Aveva meno di otto anni Rometa, quando perse il padre tragicamente. Rimase nubile, forse perché non volle provare lo stesso dolore riservato alla madre, che morì nel 1938.
Certamente anche Rometa portò questa pena che stroncò una tenera storia d'amore, nata fra queste nostre case.
Il fondo più amaro della sua vita lo toccò il 22 gennaio 1945, a 71 anni, in Via De Maestri n°24 dove finì i suoi umili giorni che non vogliano consegnare al silenzio
Giuliano Cerutti ( Classe 1925 nato a Spotorno)
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