Alcuni ricordi della mia infanzia e adolescenza a Spotorno.
di Elisa Traverso
I miei genitori Maria e Giuseppe Traverso, nei lontani anni ’50 avevano iniziato un’ attività commerciale che continuò poi fino al 1969: I BAGNI LIDO. I bagni Lido che si trovano tuttora alla confluenza tra la vecchia via Aurelia e la circonvallazione che passa dietro al paese erano stati fortemente voluti da mio padre che, dopo la guerra, si era trovato nella necessità di provvedere alla famiglia in modo decoroso: a quei tempi lo stipendio da segretario comunale era abbastanza esiguo.… Inutile dire che per me e mio fratello fu un’infanzia bellissima: specialmente per me che passavo tutta l’estate a bagno o in barca con mio padre e andavo la sera a ritirare le nasse inabissate il giorno prima.
I tre archetti bianchi che fanno da ingresso allo stabilimento balneare furono disegnati e letteralmente costruiti da mio padre, così come la prime cabine in legno che lui disegnò e fabbricò a Zinola nell’orto di famiglia con l’aiuto del fratello e del cognato..

I tre Archetti
Antonio e Elisa Traverso
Davanti allo stabilimento c’era e credo ci sia ancora ,una secca di scogli coperti di alghe che ondeggiavano come dei lunghi capelli e grandi colonie di “muscoli” che, quando fummo in grado di nuotare sott’acqua, raccoglievamo con grande entusiasmo. Dopo la secca cominciava la sabbia dorata e finissima che sembrava continuare all’infinito con qualche ciuffo di alga recisa che ondulava e molte conchiglie mangiate dai granchi che presentavano a chi guardava con la maschera le forme luminosissime di madre perla.
Quando fummo cresciuti noi ragazzi invitammo spesso gli amici, compagni di scuola e non a fare il bagno , mia madre aveva preparata una cabina proprio per dare la possibilità ai ragazzi di cambiarsi e lasciare le loro cose., La ricerca delle conchiglie che brillavano luminosissime era la mia passione e passavo delle ore a scrutare il fondo alla loro ricerca per poi tuffarmi a raccoglierle ( molto più tardi questo sport , data la mia incoscienza nel valutare l’esatta profondità mi costò il timpano destro..)
Avevo nove o dieci anni quando accadde questo episodio. Venne una mareggiata e quando il mare tornò calmo e limpido ripresi a nuotare dirigendomi sempre più al largo. improvvisamente vidi sul fondo una forma circolare, come una calotta ribassata coperta di alghe e che presentava alcuni fori, anch’essi circolari da uno dei quali spuntava un polpo. Tutto intorno la sabbia. Sul momento non realizzai che lo scoglio era un poco strano ma mi tuffai parecchie volte ad osservare, il polpo si ritirò dentro la tana lasciando fuori tanti sassolini bianchi come decorazione della sua casa. Non ero tanto distante dalla riva per cui nuotai in fretta e informai mia madre . Mio papà mise in mare uno dei mosconi e insieme andammo ad investigare. Dall’osservazione mediante l’oblò la forma circolare era decisamente troppo regolare per essere uno scoglio ed era anche molto grande , forse più di un metro e mezzo di larghezza .... Ora bisogna ricordare che eravamo negli anni cinquanta e i ricordi della guerra erano ancora vivissimi, specialmente per i nostri genitori. Ho in testa una immagine che non so quanto vera: sopra una parete dell’aula quando noi ragazzini entravamo a scuola ,incombeva un enorme manifesto che a me devo ammettere, faceva paura. Vi era disegnato un soldato in divisa e tutto sorridente che presentava a chi lo guardava degli oggetti stranissimi nella sua mano e tutto intorno a lui . Vi era poi una scritta grossissima che invitava e proibiva a tutti coloro che trovavano lungo la ferrovia o in campagna o in altro luogo quei dati oggetti, assolutamente di raccoglierli e invitava ad informare i carabinieri. Mio padre chiamò la capitaneria di porto; vennero due motovedette e i soldati o marinai che fossero fecero uscire tutti i bagnanti dal mare, allontanarono tutte le barche e poi due sommozzatori si tuffarono e molto tempo dopo riemersero. Improvvisamente dal mare salì una enorme ed altissima fontana d’acqua seguita da gran rumore. Sembrava che dovesse raggiungere il cielo. Così com’era comparsa si afflosciò su se stessa dando origine ad alcune onde grandi che raggiunsero la spiaggia allagandola sotto gli ombrelloni, le sdraie e gli altri mosconi. Più tardi l’ufficiale della capitaneria disse a mio padre che si era trattata di una mina antinave, non ricordo se tedesca o degli alleati, comunque molto grande e pericolosa ;dissero anche che avevo fatto bene ad avvisare perché avrebbe potuto esplodere in qualunque momento, alla minima sollecitazione.
Più tardi pensai: Chissà se il povero polipetto è riuscito a salvarsi ? non sarà saltato in aria insieme alla bomba? Elisa Traverso |