Il Toscana venne sorpreso dalla dichiarazione di guerra il 10 giugno 1940 a Lero nel Dodecaneso italiano e venne deciso di convertirla come nave-ospedale. La trasformazione portò a 700 posti letto e il 16 dicembre del 1941 il Toscana riprese il mare con i colori della Croce Rossa. L'8 settembre del 1943 venne sorpresa a Gaeta ed eludendo i nazisti fu trasferita nel porto della Valletta. Durante la guerra trasportò 4.720 feriti e naufraghi e 28.684 malati. Dopo il riammordenamento nel 1947 al cantiere San Marco di Trieste venne utilizzata come nave passeggeri. Alla fine del 1961venne messa in disarmo, radiata e smantellata nel porto di Trieste. Il nonno Giovanni sbarcò dal “Toscana” a Livorno il 2 maggio 1943, in buona salute. Sul libretto di navigazione venne annotato “ naufragio bellico”. Da quella data in poi, troverà posto in mezzo al libretto, un Santino ricordo con l' immagine di Santa Barbara, donato dal Cappellano Militare della nave ospedale "Toscana"

Un mese, prima e precisamente il 24 marzo 1943, sempre nello stessa zona di mare dove era affondato il Teramo, 4 cacciatorpediniere italiani che stavano trasportando truppe in Tunisia ( Pancaldo, Camicia nera, Ascari e Malocello, dove il nonno negli anni 30 aveva fatto il servizio militare ) finiscono su un campo di mine Alle 7.28 del mattino il Malocello è colpito dall 'esplosione di una mina, viene avvolto da una nube bianca, sbanda e si ferma. Il Comandante dell' Ascari, capo formazione, ordina agli altri di procedere e si affianca con difficoltà al Malocello. Mentre si trasborda, l' esplosione di una altra mina porta via la prora dell' Ascari fino al paraonde. Le paratie stagne sembrano tenere. Il Malocello affonda alle 8.45. Molti naufraghi sono in mare per un chilometro mentre il mare cresce. La motolancia dell' Ascari raccoglie i naufraghi per ore. Sull' Ascari si puntellano le paratie e si liberano i militari tedeschi rimasti prigionieri nella prora distrutta. Una altra esplosione porta via la poppa fino al quadrato ufficiali. Il caccia resiste, le macchine vengono spente, tutti in coperta Alle 13 nuova esplosione a metà nave. Viene intimato di gettarsi ordinatamente in mare mentre il caccia si spezza e affonda. I naufraghi finiscono in mezzo alla nafta che provoca vittime, bruciando gli occhi e togliendo il respiro. Cinquanta persone affollano uno zatterino, molti vi si aggrappano, anche tra di loro, e tanti affogano. I tedeschi, più “terrestri”, si agitano molto, non sanno nuotare e muoiono a centinaia. Dopo quattro ore mas da Biserta e Pantelleria recuperano i pochi superstiti. Sono morti 199 uomini del Malocello, 194 dell 'Ascari. Dei 650 tedeschi solo cento si salvano.

 

Pag10