Dopo alcuni anni di vita tranquilla,scadenzati dalla lettura quotidiana del giornale di prima mattina e dal giro in bicicletta sul lungomare, la mia nascita nel 1970 segnò la perdita di una parte di tranquillità, un nuovo imbarco, ma non un problema per chi aveva vissuto tempeste ben peggiori.

Nel 1976 la perdita della moglie Marj. La Nonna ci lasciò dopo una breve malattia, per il nonno un duro colpo, attenuato solo in parte dal nostro rapporto, che giorno dopo giorno, diventava sempre più stretto e che, con il passare degli anni, si trasformava, perdendo la natura del rapporto nonno - nipote per assumere quella di amicizia. Una amicizia vera, che lo portava a vivere attraverso la mia, quella fanciulezza che non aveva mai avuto. Come ho ricordato precedentemente, aveva perso la mamma quando aveva solo dieci anni e a dodici anni era a lavorare nelle fornaci di Spotorno. Nel 1986 improvvisamente ci lasciò anche lui; il suo ultimo viaggio, un viaggio senza ritorno. Per me fu un grandissimo dolore, la perdita del migliore amico della mia infanzia. Un grande vuoto lenito dai ricordi indelebili che mi ha lasciato nel cuore.

Consegno i preziosi libretti allo zio Enrico, mentre una frase risuona dentro di me:" Lilly non fare il mestiere del marinaio perché mi daresti un grosso dispiacere.”

 

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