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Il trabaccolo


       Il trabaccolo era una robusta navicella da carico tipica del Mar Adriatico presente in tutti i porti da
       Venezia alle Puglie e dall’Istria alla Dalmazia, alla Albania.
              Già  in  uso  dal  1700,  aveva  una  capace  stiva  centrale  con  alto  boccaporto,  carena
       arrotondata,  prora  rigonfia,  due  alberi  armati  ciascuno  con  una  grande  vela  “al  terzo”  colorata
       uniformemente, spesso in giallo ocra o mattone e comunque in colori vivaci a volte con simboli
       riferiti  ai  proprietari.  Il  rapporto  lunghezza/larghezza  classico  era  di  3  a  1  e  tali  caratteristiche
       costruttive  garantivano  alla  navicella  una  notevole  agilità  di  manovra  e  la  rendevano
       particolarmente sicura: da qui la sua lunga fortuna e diffusione. La piccola nave, mediamente della
       lunghezza di 18-20 metri o poco più e con una  portata di oltre 100 tonnellate di carico, poteva
       trasportare  ogni  tipo  di  merce  dal  carbone  alla  legna,  dagli  alimenti  ai  materiali  per  l’edilizia.
       Durante le  due  guerre mondiali il trabaccolo venne usato anche per operazioni belliche.
       Caratteristica vistosa di tale imbarcazione  erano i due grandi occhi stilizzati, colorati e in rilievo,
       posti a prora: detti “occhi di cubia” e aventi lo stesso significato delle polene.
              L’avvento  delle  imbarcazioni  a  motore,  negli  anni  30-40  del  ‘900,  ha  determinato  la
       scomparsa  del  trabaccolo  da  trasporto:   oggi  si  tende  al  recupero  dei  pochi  relitti  rimasti  come
       memoria di un grande patrimonio umano, culturale e lavorativo dei tempi passati.
              Accanto al trabaccolo da trasporto esisteva anche il trabaccolo da pesca, versione più piccola
       e alleggerita rispetto al primo, adattato alle funzioni della pesca. Le dimensioni potevano variare
       dai  12  ai  18  metri  di  lunghezza.  Comunemente  era  chiamato  barchetto,  in  dialetto  romagnolo
       barchèt.




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